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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

Il folle viaggio di Cosimo Raviello

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Domenica 14 luglio presso l’Eco Bistrot, pub-ristorante situato in via Lungomare Colombo 23-25 (Pastena) Salerno, è stato presentato dall’autore Cosimo Raviello, il libro appena pubblicato Il folle viaggio di Tobia. Come di consueto l’autore verrà stimolato dalle nostre domande.     Chi è Cosimo Raviello?   Un giovane nato nell'anno che dà il titolo a uno dei più famosi libri di George Orwell, che ha l'utopica ambizione di poter vivere un giorno dei suoi testi, in un paese in cui tutti scrivono e quasi nessuno legge.     Il protagonista è Tobia: un inetto moderno? Decisamente si. L'inettitudine di Tobia si può riscontrare in tutto ciò che fa. Nel suo rapporto con l'amore, con la vita, con le responsabilità e anche nel modo ossessivo col quale affronta  quesiti di cui ha ignorato l'esistenza fino a poco prima .   A tuo avviso l’atteggiamento pseudo-filosofico del protagonista presuppone una predisposizione? Se vogliamo parlare di predispo

Il sacrificio: il Sonno

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-Buongiorno.- dice lui, dopo parecchi giorni di continue desiderate violenze. Quella unica parola mi stronca. È la prima volta che udivo il suono della Sua voce, memore del dialogo-monologo avuto con Lui la notte prima. La Sua voce mi rinfresca l’anima in maniera a me sconosciuta. Lui apre lo sportello metallico e punta su di me quegli occhi color smeraldo. Posso vedere il Suo volto ora. È stranamente bello. I tratti sono marcati, compresi gli zigomi e la mascella. Ha i capelli corti e neri come la notte. Il volto è incorniciato da una barba leggermente incolta e le labbra non sono sottili ma nemmeno carnose. -Chi sei?- chiedo. -Non ti interessa.- -Cosa vuoi da me?- -Tutto.- Silenzio. Non rispondo. Da una parte temo ciò che vuole fare, dall’altra  non vedo l’ora che agisca. Lui deve aver percepito la scissione della mia mente. -E tu? Cosa vuoi da me?- -Liberami.- dico con voce bassa e poco convinta, tentando di ostacolare il mio cervello. -Io voglio te. Ti ho amm

Sacrificio: Albe Forzate

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Una lama di luce infrange la mia palpebra; mi sveglio anelando che gli ultimi ricordi fossero solo incubi di una mente contorta. Appena ripresa coscienza del mondo, capisco che tutto era reale, che la morte di cui mi sono ammalata, continua ad infettarmi e sento che la ferita dell’anima sta andando in suppurazione. Guardo la stanza con occhi diversi alla luce, che mi ha tolto quella fredda coperta sotto cui ho dormito.  Le pareti sono intervallate da cornici vuote e spezzate o da quadri strappati e sporchi. I soggetti dei pochi quadri visibili sono tutti femminili…e sofferenti. C’è n’è uno dove si vede una ragazza in una vasca piena di sangue, con gli occhi puntati verso l’osservatore. Occhi spenti e spogliati di ogni primordiale umanità. Trovavo in quegli occhi un po’ dei miei, ma speravo di non trovare nient’altro di me in quel quadro come negli altri. Il sangue mi si gela nelle vene. Più importante, noto dei graffi sulle pareti. D’istinto mi guardo le unghie e noto che sono tut