La mia Marfisa



Chi sei tu o Marfisa?

Nell’opera di  Ariosto viene presentata come una guerriera mora.
Mandricardo la vuole rapire per darla a Rodomonte e farsi perdonare di avergli  rapito Doralice (canto XXIV). Compie molte azioni con Ruggiero, e scatena la gelosia di Bradamante. Solo durante il triplo duello che ne nasce tra Bradamante, Ruggiero e Marfisa, l'anima di Atlante svela che Ruggiero e Marfisa sono gemelli  (canto XXXVI). 

Intriga, amalia e soprattutto combatte.
Come combatterebbe oggi? Dove sarebbe la sua eroicità?

È lì nel suo letto morbido,  mescolata alle lenzuola e a quei  bruni capelli lunghi fino ai suoi seni turgidi. Ha deciso di alzarsi, deve fare colazione altrimenti come potrebbe combattere? Si alza, va al bagno a fare la pipì e si guarda allo specchio: non si piace affatto, quel brufolo la disturba. Saluta i suoi cari, decide di uscire, borsa e ascia ("forse è meglio di no", pensa) e giù per le scale.

La sua mattinata lavorativa, come tutte le altre, inizia nel grigiore delle scartoffie inutili del contabile Mister Romp Walls, ma Marfisa è una combattente riesce a sopportare anche questo, come riesce a sopportare la cacca di cane sul marciapiede, chi attraversa con il rosso, chi dice il falso, chi ruba ... 

"Dottor Walls ho finito il lavoro che mi ha assegnato"
"Si certo, come è possibile tu non riesci mai a fare niente ... davvero non capisco perchè il Signore non ti abbia dato un cervello ... povero me! Sei davvero una collaboratrice inutile, dovresti darti all'antico mestiere del mondo per poter vivere ... - la guardò di sfuggita e rise - ma chi dovrebbe prenderti ..."

La combattente non rispose, girò le spalle e uscì dalla stanza. Si sedette sulla panchina del parco adiacente all'uffico e lì verso tutte le lacrime che aveva. 
Pensò a lungo, si alzò e cominciò a camminare speditamente verso l'ufficio.

"Dove vai?"
"Da quello stronzo"
"Non puoi entrare"
"Sto cazzo"

Spalancò la porta, per evitare che l'ira le annebbiasse i pensieri tirò un sospiro e iniziò:

"Senta, Dottor Walls, ma crede sul serio che la sua frustrazione possa in qualche modo essere colpa mia? Mi licenzi se non ritiene il mio lavoro adeguato alla mansione che mi ha affidato. Crede che per quanto io abbia bisogno di un lavoro non vivo di soddisfazioni? Ma secondo lei la vita può essere solo di stenti e fatiche? Può essere fatta solo di sofferenze? Lei me ne ha inflitte abbastanza e per questo credo che l'Universo prima o poi la punirà come si merita. A mai più rivederci!"

Voltò le spalle e si rigirò di scatto "Dimenticavo, puzza! Ogni sua molecola puzza, è il caso che si lavi anche con la soda in modo da scrostare ogni muffa dal suo corpo".

Così si concluse la sua ultima giornata lavorativa di Marfisa. Rimase disoccupata per molto tempo, (anche se preferiva considerarsi inoccupata) ma poteva sempre contare sull'affetto dei suoi cari.


«Era di notte e non ci si vedeva
e la Marfisa avea già spento il lume,
un rospo con la spada e la livrea
ballava il minuetto in mezzo al fiume.
Era di notte che cantava i grilli
quando gli prese foco la capanna
ce n'erano di grandi e piccirilli
e chi chiamava il babbo e chi la mamma.»

cit.  http://it.wikipedia.org/wiki/Marfisa

O Marfisa ammicca alla vita che fugge via e non temere, tempi migliori verranno







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