Dall'esperienza di una pallottola in testa ...
Il 5 dicembre 1976, a Corigliano Calabro è avvenuta una tragedia. Un
bambino Luigi Fusaro di appena 4 anni giocava tranquillamente con gli amichetti
Enzo e Pasquale a casa di suo nonno. Trovarono la beretta 7,65 del nonno. Colpo
di pistola e sangue. Corsa in ospedale ma la pallottola è sempre lì. Ora Luigi
è adulto e ci racconta chi è.
1 ) Esiste il caso o il destino?
Mi sono posto sempre questa domanda sin da bambino. E le
risposte che mi arrivavano, sia da chi mi stava intorno (famiglia, amici,
società) sia dalla mia interiorità (istinto, pensiero, razionalità) non erano
mai convincenti. Appartengo ad una famiglia cattolica e sino all'età di 37 anni
credevo in un dio cattolico. Sapevo di altre religioni ma non avevo mai avuto
modo di approfondirle e di studiarle. Sino a quando nel maggio del 2009, sul
web, effettuando delle ricerche approfondite su argomenti scientifici, mi
ritrovai a consultare il sito www.rael.org che parla del Messaggio
degli Extraterrestri. Leggendo l'ebook, che è possibile scaricare
gratuitamente, ho compreso che ciò che mi accadde non era dovuto né al caso né
al destino, ma ad un progetto ben specifico di Esseri Intelligenti, uomini e
donne come noi, che sono più evoluti scientificamente, di oltre 25.000 anni
rispetto a noi, il cui nome è Elohim (tradotto dall'ebraico significa: coloro
che sono venuti dal cielo). Se prima credevo nei miracoli, leggendo il libro
“Il messaggio degli Extraterrestri” iniziai a comprendere che, ciò che mi
capitò, fu un intervento degli Elohim con mezzi altamente tecnologici ed
evoluti. Ecco perché sono diventato raeliano. Proprio perché credo nella
scienza.
2) Quando ti chiedi Perché, cosa ti rispondi?
Sai, ho imparato a sostituire il termine “perché” con “come
mai”. Spesso, quando chiedevo a me stesso il perché, durante la mia
adolescenza, perché fosse successo a me e perché fossi rimasto in vita, mi
frustravo mentalmente e, non ti nascondo a dirlo, andavo spesso in depressione.
Per tutta la mia infanzia, la mia adolescenza e sino all'età di 25 anni ho
trascorso la mia vita ferendomi interiormente, e continuando a non avere alcuna
relazione con nessuna donna. Adesso ho trovato la mia anima gemella, Tina, che
amo tantissimo. E insieme a lei intendo condividere momenti magici, unici che
la vita concede. Puoi capire cosa significa per un uomo non avere rapporti
sessuali, né tanto meno avere una fidanzata. Quantunque fossi sempre sorridente
con gli altri, con me stesso, invece, interiormente, ero triste. Mi sono sempre
prodigato, sicuramente grazie all'insegnamento di mia mamma, ad essere
altruista, a volte forse troppo. Ecco perché dai 17 sino ai 32 anni mi sono
dedicato allo scoutismo, diventando Capo Scout Brevettato di livello
internazionale. Ed ecco che, quando poi i perché non mi davano alcuna risposta, finalmente
all'età di 25 anni, un giorno, in piena crisi di disperazione, per ciò che
sarebbe stata la mia vita se avessi continuato a percuotermi mentalmente e
psicologicamente, decisi cosa ne sarebbe stato di me. Probabilmente,
dall'incidente in avanti, ho sempre avuto delle basi di Programmazione Neuro
Linguistica (PNL); ecco perché poi ho conseguito il Master in PNL, alla NLP
Italy, da Alessio Roberti, a cui non finirò mai di ringraziare per ciò che ha
fatto per me e per ciò che farà. Faccio questa premessa perché mi permette di
riallacciarmi a quello che feci per dare una svolta decisiva, cioè usai proprio
una tecnica di PNL, pur non conoscendo la PNL. Mi posi in una condizione
mentale per visualizzare me stesso davanti al bivio della mia vita. Se fossi
andato a sinistra, mi sarei proiettato nel futuro ed avrei vissuto una vita
piena di disperazione, di insuccessi, di delusioni, di solitudine sino a quando
fossi arrivato a suicidarmi. Su quella di destra, vedevo una strada bella,
luminosa. Vedevo tutti i miei “perché” e li trasformai nei miei “come mai”, e
da quei “come mai” uscirono delle risposte straordinarie che mi consentivano di
essere d'aiuto a me stesso ed agli altri. Vidi per me stesso una vita
straordinaria, piena di belle sorprese e piena di amore. Mi vidi con un futuro
luminoso e soprattutto rimasi esterrefatto di ciò che avrei realizzato.
3) Ormai la pallottola è dentro di te come una
propensione del tuo corpo. Cosa ti ricorda?
La pallottola, incapsulata dentro un callo, che si è formato
per proteggerla da spostamenti, e per proteggermi da eventuali danni, oramai mi
appartiene. Ti faccio vedere la TAC dove si evince la pallottola. Lei mi
ricorda tutto. Quando dico tutto, intendo dire proprio tutto. Ovverosia, cosa
mi è successo quel 5 dicembre del 1976, sia prima che dopo. Mi ricorda la
sofferenza che io vissi, e che si trasformò in gioia per la vita. Mi ricorda
ciò che i miei genitori e tutti i miei familiari vissero in quel periodo. Mi
ricorda i medici che ho incontrato durante il mio cammino. Mi ricorda gli interventi
che dovetti subire. Mi ricorda Enzo e Pasquale. Mi ricorda tutta la mia vita
che vedo tipo pellicola cinematografica: ovverosia fotogramma per fotogramma.
Ma soprattutto, mi ricorda che sono vivo e questa è la cosa più bella.
4) La sofferenza come l'hai
esorcizzata?
Bella domanda. A dire il vero la sofferenza non l'ho mai
esorcizzata. E' sempre dietro l'angolo, ed io la vedo da lontano. Proprio per
questo motivo non ci voglio ricascare più. La tengo distante da me, pur sapendo
che esiste. Dire che non soffriamo è come se dovessimo dire che non siamo
Esseri Umani, che non abbiamo sentimenti. Fa parte di noi. E' dentro di noi. Ma
quello che posso fare è decidere se soffrire o gioire. Secondo te cosa ho deciso
io?
5) Come è cambiata, se è cambiata, la vita di Enzo e
Pasquale, che hanno condiviso con te questa esperienza così dura?
Da ciò che mi hanno raccontato, quel giorno che successe ciò
che successe, per coloro che leggono questa intervista, suggerisco di vedere la
mia testimonianza al link
http://www.youtube.com/watch?v=0RvqhwOnzj4, affinché si possa
comprendere meglio la mia storia. Enzo e Pasquale, corsero giù dalla loro mamma
che li vide sconvolti, e più volte chiese loro cosa fosse successo. Dopo quasi
venti minuti, il più grande, Enzo disse che io mi ero sparato. Da qui in poi
non so più cosa successe a loro, perché non li vidi più. Per tanti anni, i miei
familiari mi tennero lontano da loro. Ma che colpa avevano? Eravamo bambini. Io
non ho mai portato rancore né ad Enzo né a Pasquale. Se sono quel che sono, lo
devo a loro. Lo devo ad Enzo che mi ha sparato. Lo devo solo e soltanto a lui.
Adesso, ogni tanto, con Enzo mi vedo e lo saluto tranquillamente. Io gli voglio
bene e credo che anche lui me ne voglia. Se devo essere sincero, su come sia
cambiata la vita di Enzo e Pasquale non posso dirti nulla. Non perché non
voglio, perché non saprei dire se realmente sia cambiata. Una cosa è certa:
loro fanno parte di me come io di loro. Per sempre.
Mi dicono che ...
«Questa vita è una prova. E' soltanto una
prova. Se fosse stata una vita vera avremmo ricevuto ulteriori
istruzioni su dove andare e cosa fare!»
(Anonimo)
Ti voglio dire solo una parola. Grazie
RispondiEliminaGrazie a te. Spero che la storia di Luigi possa essere un esempio per tutte
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RispondiEliminaNon so chi tu sia. Se ti riferisci a Luigi, ti dico che ognuno di noi è libero di parlare di ciò che vuole e di ciò che non vuole. Luigi se lo riterrà opportuno ti risponderà solo dopo che avrai specificato la tua identità.
RispondiEliminaRisposta al commento precedente : Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post
RispondiEliminapeccato...hai omesso ben 4 anni della tua vita...evidentemente non erano cosi' importanti ....o meglio non sono stata cosi' importante....
Melina ti dice qualcosa ?? comunque hai ragione tu puoi scrivere e non quello che più ti pare...un abbraccio lu e tante cose belle ...le meriti ...
RispondiEliminaLa sofferenza c'è e ci sarà... "purtroppo" tocca conviverci e ricavarne energie!
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