Francesco Spiedo resuscita Bukowski


Un libro e una scoperta di un talento. Un talento semi-nuovo quello di Francesco Spiedo, ventitreenne napoletano già autore del romanzo Neoprene (SensoInverso Edizioni), ma pur sempre un talento. 

Cintura nera ed allenatore di WuXing Tongbei Quan (Wuxing Tongbeiquan), Spiedo si definisce: 

"Presumibilmente un essere umano, scrittore praticante ed autore esordiente, studente disattento, fratello geloso, amico sincero, compagno bastardo, figlio sbadato; in fin dei conti uno a cui piace divertire e divertirsi e che tra una cosa e l’altra scrive e mangia e dorme quando può".

Ormai è cresciuto Sheldon (protagonista di Neoprene) che sognava l'amore della sua vita, ora c'è Hank o Henry Charles  Bukowski, lo scrittore che oramai vive nelle pagine di quel libro pubblicato solo per pochi e in cerca di un editore.

Bukowski non è morto nasce dalla mente e dalle letture dell'autore ma a novembre partecipa alla campagna crowdfounding promossa dalla piattaforma BookAbook. I sostenitori immediatamente hanno partecipato. Per quale motivo? Volontariato? Stima e affetto? Sono tutti parenti e amici dell'autore a cui è stato chiesto "gentilmente" di contribuire alla pubblicazione delle prime copie?

Ho controllato. Parenti non ce ne sono, forse qualche amico. Ho letto i primi due capitoli disponibili gratis e a quel punto mi sono convinta: era un libro che meritava di essere letto. La mia copia digitale sul Kindle è accanto alle Metamorfosi di Kafka e la L'arte della guerra di Sun Tzu, forse per uno scherzo del destino, ma in fin dei conti guerra e metamorfosi sono le parole migliori che posso scegliere per dire qualcosa del libro*.

Questo libro è Metamorfosi (dalla parola greca μεταμόρϕωσις che deriva dal verbo μεταμορϕόω "trasformare" a sua volta composta da μετα-  "con, dopo" e da μορϕή ovvero "forma") del protagonista: da ubriacone sconosciuto ad ubriacone di successo; da uomo deluso dalla sua storia con Candy a uomo di tante altre donne; da scrittore della sozzura del mondo a scrittore sublime del mondo in tutta la sua sozzura.

Questo libro è Guerra (di cui Sun Tzu ricorda che per vincerla "Ordine e disordine dipendono dall’organizzazione; coraggio e viltà dalle circostanza; forza e debolezza dallo schieramento) del protagonista con se stesso e con il mondo che lo circonda. Una sorta di riproposta della dicotomia pirandelliana di vita e forma** in chiave moderna.

Dove è la bravura dell'autore? Nella scelta dell'argomento, che molto probabilmente gli appartiene come la pelle che ricopre il suo corpo e decisamente nella scrittura, che fa materializzare i dolori e le passioni e le avventure sessuali del protagonista.

Non vi consiglio di leggere il libro, ma di viaggiare nel libro, di perlustrare i pensieri di Bukowski e di conoscerlo forse meglio di lui stesso.



* Preferisco non definire romanzo Bukowski non è morto per un motivo: è troppo riduttivo. Il romanzo ha non solo un inizio, una parte centrale e una fine, ma ha l'obiettivo di raccontare. Spiedo non si limita a raccontare e a descrivere, quanto piuttosto fa rivivere un autore-non autore, sdoganando tutti coloro che imparano a memoria qualche citazione del vero Bukowski.

** La forma è la “parte fissa” che l’uomo è costretto dalle convenzioni sociali a “recitare” e per mezzo della quale egli s’inserisce nelle relazioni sociali che, prese nel loro insieme, appaiono come un complesso e gigantesco “gioco delle parti”. La vita invece è un fluire continuo e dinamico che la nostra coscienza, quando afferra un lembo della nostra esperienza, s’illude di fermare. L’individuo è portato, dal “vizio” del raziocinio, a fissare il fluire continuo della vita in forme stabili, quali i valori mortali, gli ideali, i concetti, gli assiomi, le convenzioni e i ruoli e tutte le altre costruzioni della mente che però si rivelano fittizi.

Valentina Spacagna

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