Le giornate d'autore della Dark zone


Partecipiamo alla giornata d'autore della Dark Zone (il cui gruppo Facebook lo troverete qui) scoprendo i particolari più succosi del nuovo romanzo di Valerio Sericano, Il bosco di Nereiu

Sinossi: Questa è la storia di Nereiu, una ninfa di sorgente che vive da tempo immemore in una piccola località di campagna, guardiana del territorio e sacerdotessa di una religione ancestrale. La sua immortalità non è tuttavia quella di una dea perennemente giovane, forte e dotata di poteri straordinari, perché lei viaggia attraverso i secoli vivendo esistenze infinite, fatte di morti e altrettanti rinascite, che la costringono a ripetere ciclicamente tutte le diverse età della vita. Nereiu rivive continuamente i ruoli di figlia, sorella, moglie, amante, vedova, nonna, adattandosi in ogni sua vita alle circostanze che il fato le riserva, con amore, astuzia, perseveranza e sofferenza. Nonostante la sua natura ultra umana, vive immersa nel mistero, avendo visto il suo universo primitivo con il trascorrere del tempo sparire a poco a poco portandosi via tutte le altre ninfe che inizialmente popolavano quel mondo, trasformato radicalmente dall'uomo, costruttore di civiltà e al contempo distruttore di mondi. Come un soldato inconsapevole della fine di una guerra che continua a combattere, Nereiu è convinta di essere una sorta di sopravvissuta ad una realtà che forse esiste ormai solamente nella propria immaginazione. Tuttavia, nel corso di una vita vissuta durante il XVI secolo le accade un fatto inspiegabile che la conduce, per la prima volta in tutte le sue molteplici esistenze, a desiderare di vivere un amore capace di andare oltre la vita che sta vivendo in quel momento. Si tratta di un evento che le condizionerà il futuro e la visione stessa della realtà. Il romanzo si snoda partendo proprio da quest'evento, filtrato tuttavia attraverso le esperienze dei due protagonisti maschili della vicenda, Alvaro e Corrado, i quali, nella prima parte del romanzo, rimangono coinvolti in una storia dai contorni misteriosi e inspiegabili capace di sconvolgere la loro quotidianità, rappresentata dalla tranquilla realtà di un piccolo paese di campagna degli anni Settanta del XX secolo, luogo che fa da sfondo all'intera vicenda. Alvaro, medico del piccolo paese, si rende protagonista di un’indagine che si risolverà solamente dopo la comparsa sulla scena di Fanny, vale a dire la 18enne Nereiu, la cui presenza sistemerà tutti i tasselli della misteriosa vicenda da lei stessa innescata diversi secoli prima.
Pur facendo la sua apparizione solo a metà della storia, è lei la vera protagonista indiscussa della vicenda, che nella seconda parte del romanzo si snoda in un rapporto a tre fra i due protagonisti maschili e la stessa Nereiu. Arrogante, volubile, ostinata e permalosa, ma anche dolce e sensibile, la ninfa incarna in sé l’essenza femminile universale in tutto il suo fascino e sconvolge in maniera silenziosa la vita dei due personaggi maschili con i quali viene a contatto. Mentre consuma la sua storia d’amore con il giovane e impacciato Corrado, instaura un rapporto conflittuale con il maturo medico Alvaro, l’unica persona che sia mai riuscita a venire a capo della sua vera natura. Sarà proprio la condivisione tra loro di questo segreto a creare quell’intrigo e quella complicità che farà capire alla ninfa che l’amore coltivato a lungo per Corrado forse non era la cosa più bella che potesse capitarle, finendo per dividere i propri sentimenti tra quei due uomini così profondamente diversi fra loro. Ma al termine di quell’esistenza così piena e appagante che ne sarà di lei? Che cosa potrà offrirle una nuova rinascita? Dopo l’addio inevitabile ai due compagni di quell’esistenza per lei sconvolgente, si sente per la prima volta realmente sola, vecchia e stanca. Incapace di provare il desiderio di ricominciare di nuovo tutto da capo, decide di porre volontariamente fine alla propria vita, nella speranza di non rinascere più. Ma la Grande Madre, vera artefice del suo destino, forse ha ancora bisogno di lei e quella fine potrebbe invece rappresentare un nuovo inizio...

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Lasciamo la parola all'autore per una Dark intervista, a cura di Francesca Pace:

1. Perché una lettrice dovrebbe leggere il tuo libro? 

Il romanzo lo si può definire un fantasy romantico perché i personaggi trasmettono una forte carica emotiva, quantomeno nelle mie intenzioni di autore. Penso possa essere apprezzato da un pubblico femminile perché vive essenzialmente sui risvolti sentimentali e psicologici dei tre protagonisti della storia e dipinge una figura femminile, quella della ninfa Nereiu, dai tratti e dalle debolezze del tutto umane. Lei, Nereiu, sogna di vivere per cinque secoli la propria storia d'amore con Corrado: lo cerca, lo trova, lo ama e quando sembra aver in mano la felicità conosce invece Alvaro che le sconvolge la vita...  In fondo è una situazione che può accadere anche nella realtà. In ogni caso l'amore fa sempre parte della nostra vita, perché non possiamo proprio farne a meno. Vorrei inoltre aggiungere di aver apprezzato molto i complimenti di due lettrici che hanno sottolineato la mia dedica iniziale a tutte le donne torturate e arse vive nel corso dei secoli in seguito ai processi per stregoneria, perché si tratta di un abominio di cui spesso e volentieri ci si dimentica

2. Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?

In tutta modestia non ho idea se la mia storia si possa considerare innovativa o meno. Sicuramente esce un po' dagli schemi perché può essere catalogabile in generi diversi: il romanzo è un fantasy perché la protagonista è una figura immaginaria come può esserlo una ninfa, però le vicende amorose hanno un ruolo importante nella vicenda, quindi può essere considerato anche un romance. Inoltre è ambientato nel secolo scorso e vi sono diversi flashback su epoche passate, tutti elementi che potrebbero collocarlo anche in ambito storico. Tuttavia sono consapevole che dal punto di vista editoriale e commerciale un romanzo che si presenta a cavallo fra generi diversi spiazza un po' i lettori, di solito abituati ad andare sul sicuro. Chi vuole leggere un romanzo storico storce il naso in presenza di una creatura immaginaria e viceversa chi ama il fantasy potrebbe non essere attratto dall'ambientazione in un paesino di provincia negli anni settanta del secolo scorso... Scrivere seguendo binari ben precisi spesso è più produttivo che non cavalcare onde diverse...

3. Che cosa ti ha spinto a scrivere?

Mi è sempre piaciuto scrivere, ma fino a un anno fa mi ero solo dedicato a ricerche universitarie, brevi saggi di storia e qualche racconto. Circa un anno fa ho cominciato a scrivere alcune cose romanzate, notando che i personaggi che delineavo sembravano prendere vita da soli, così ho provato a costruire una storia complessa nella quale far recitare i miei personaggi come fossero attori ed è venuto fuori questo romanzo

4. Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?

Come capita a quasi tutti gli scrittori principianti, nella stesura di questo romanzo ho attinto molto dalle mie esperienze personali, cui ho aggiunto qualche ricordo d'infanzia e soprattutto quella domanda che i sognatori e gli appassionati di fantasy come me si pongono spesso: “E se tra la gente che incontriamo ogni giorno ci fosse qualche creatura realmente dotata di facoltà speciali che si nasconde tra i comuni mortali?”. Così ho immaginato Nereiu e le ho dato vita, creando un personaggio trasversale caratterizzato da una storia che travalica le barriere del tempo. Anche il paese nel quale ho ambientato la vicenda è quello in cui sono nato e cresciuto, anche se i nomi dei luoghi e dei personaggi sono immaginari e non corrispondono ad ambienti e  figure reali

5. Quando scrivi? E come? in modo organizzato e continuo o improvviso, discontinuo?

Di solito scrivo di sera o quando capita anche di notte perché il tempo a disposizione non è mai abbastanza, come succede un po' a tutti coloro che scrivono per hobby. Per quanto riguarda l'organizzazione, scrivo solo se ho un'ispirazione tale da permettermi di creare una storia piacevole e convincente, altrimenti niente, zero. Questo si riflette anche sul mio stile di scrittura: ammiro tantissimo quegli scrittori dotati di capacità creative tali da riuscire a scrivere anche del nulla. Invece la mia prosa è scarna ed essenziale. Per questo motivo preferisco seguire le mie trame e narrarle attraverso i dialoghi e le azioni dei miei protagonisti, senza perdermi in descrizioni troppo sofisticate che risulterebbero prive della necessaria poesia.
Prima di cominciare a scrivere devo inoltre avere tutta la storia già ben delineata in testa. Ciò non toglie che mi sia già successo di aggiungere strada facendo vicende parallele o cambiare improvvisamente una trama dopo aver scoperto che un personaggio marginale era diventato protagonista a dispetto del ruolo che gli avevo previsto in precedenza. Per tale motivo mi è anche capitato di cambiare completamente il finale di una storia, perché in fondo sono sempre i personaggi che mi indicano la strada, dopo che hanno preso vita... 

6. Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi- per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?

Questa è la mia nota più dolente... Prima di cominciare a scrivere ero ingenuamente convinto che riuscire a farsi pubblicare fosse la cosa più difficile, dopodiché avrebbe pensato a tutto l'editore. Solo in seguito ho capito che il lavoro vero e duro inizia invece dopo la pubblicazione, perché senza una pianificazione precisa che porti l'autore a promuovere se stesso e a farsi conoscere non si ottiene nulla. Sappiamo tutti che un libro mediocre ben pubblicizzato è in grado di ottenere, almeno nella sua fase di lancio, molto più successo di un ottimo lavoro viceversa sconosciuto a tutti. Sotto quest'aspetto, negli ultimi tempi ho imparato molto sul piano teorico ma confesso di aver fatto molto poco sul piano pratico, anche perché mi sono convinto che per ottenere buoni risultati sia necessario avere competenze professionali, o quasi, in tema di marketing. Un soggetto  totalmente a digiuno come il sottoscritto, in quel campo si trova molto spiazzato.

7. Progetti per il futuro?

Ho pubblicato due romanzi e un altro è pronto per essere sottoposto ad esame, mentre il quarto lo sto portando a termine in questo periodo. Riuscire a pubblicare rimane sempre il mio scopo principale, ma avendo difficoltà a vendere ciò che si ha già sul mercato, è inutile proporre nuovi lavori.  Al termine del romanzo che sto scrivendo mi fermerò per dedicarmi interamente alla promozione di ciò che ho già pubblicato, studiando anche eventuali nuove vie per quelli ancora inediti, per i quali vorrei ponderare bene le cose, valutando anche l'idea del self publishing.  Sono sempre stato convinto che pubblicare sotto il marchio di una CE potesse dare più appeal al prodotto, ma mi sto ricredendo. Per esempio, il mio secondo romanzo è stato messo in vendita a 4,99 ma il mercato degli eBook è invaso da una marea di titoli che costano tra 0,99 e 1,99. A quel prezzo non riuscirei a venderlo neppure con una massiccia campagna promozionale, perché si tratta pur sempre del romanzo di un autore sconosciuto. Sono grato a chi mi ha dato fiducia pubblicando i miei romanzi, perché è una grande soddisfazione essere stato valutato positivamente da persone competenti del settore, ma al di là di questo e del piacevole senso di appartenenza a una ben precisa comunità di autori, almeno per ora non riesco a vedere grandi vantaggi nell'essere autore di una piccola CE. Lo dico senza voler fare polemica, ma se ogni autore deve essere prima di ogni altra cosa imprenditore di se stesso, il self publishing può risultare un'opzione meno vincolante rispetto alla pubblicazione con una piccola CE

8. Tre persone da ringraziare

Lo faccio con piacere. La prima è mia moglie Yuko, la principale vittima di questa mia passione. Ogni tanto si ferma a guardarmi mentre sono ingobbito sulla mia  tastiera, incrocia le braccia e mi dice: “Quando ti ho sposato non scrivevi ancora. Lo sai che il 90% degli scrittori sono single?”. “Sì, ma quelli veri...”, rispondo io. Finora sono riuscito a tenerla buona dicendole che siccome mi hanno pubblicato, in breve sarei diventato famoso e con i soldi guadagnati ci saremmo comprati una casa nuova, ma presto dovrò inventarmi una scusa nuova per sottrarle del tempo scrivendo. Oppure dovrò cambiare hobby... La seconda persona è la mia collega Teresa, che rappresenta da sola il mio intero comitato di lettura. Mi ha spronato a scrivere convincendomi che le cose che le facevo leggere erano interessanti e addirittura pubblicabili. Aveva ragione e per questo le sarò sempre grato. La terza è una conoscenza del gruppo The Dark Zone, si chiama Daniela Ruggero e la cito perché oltre a essere una valida blogger ed eccellente autrice della mia stessa CE, Lettere Animate, è un'amica sincera che mi sta dando preziosi suggerimenti riguardo la stesura del mio attuale romanzo, oltre a consigliarmi su come migliorare le mie scarse capacità promozionali. Inoltre, cosa che non guasta, le devo pure una tra le più belle recensioni ricevute da questo mio romanzo, un bel biglietto da visita perché giunge da una persona  molto competente e affezionata al genere fantasy.


Mi dicono che
"In realtà non ci sono state streghe, ma i terribili effetti della credenza nelle streghe sono stati gli stessi che se le streghe fossero realmente esistite".
Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano II, 1879/80


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