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Visualizzazione dei post da 2013

Aspetterò che nasca di nuovo il giorno sostando sul ciglio della notte

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Mi farò silenzio per non disturbare il sonno dell’ultima stella che ancora dorme nel cielo e ruberò i sogni degli amanti e dei pazzi. Giacerò aggrappata all’ultimo scampolo delle tenebre, chiedendo alla luna di spiegarmi quella sottile follia che pervade il crepuscolo prima del levarsi del sole, quando la luce è ancora prigioniera dell’oscurità ed il giorno non è altro una lacrima sul volto del dubbio. Berrò goccia a goccia la vita dalle mani del tempo e mi farò schiava di una volontà che non mi appartiene, chiedendomi il perché di ogni il mio respiro e di ogni mia emozione. Resterò ferma con il volto rivolto verso il cielo, cercando una ragione dell’infinito di cui sono parte, consapevole che vivrò per sempre nella contumacia di una risposta. Ely Rose

We we non puoi non essere scikkoso!

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Il 22 agosto presso il Teatro dei Barbuti la compagnia le Ombre del Teatro ha messo in scena la commedia We we scikkeria.  Trama: Vado a Milano. Cerco lavoro! Simona, una milanese acquisita, deve partire alla volta della Germania per impegni lavorativi. Prima di partire però, ospita suo cugino e un amico, due salernitani, decisi a emigrare nel capoluogo lombardo per trovare lavoro. Ad attenderli i due coinquilini di Simona.  Napoletani, simpatici e ... Risponde alle nostre domande Gianni D'amato, regista ed attore della commedia. 1) We we scikkeria è una commedia davvero interessante: a chi ti sei ispirato per la sua scrittura e come è nato il soggetto? I miei testi cercano di raccontare, nelle quattro mura che delimitano la scena, l'Italia di oggi. We we scikkeria!!!, è stato scritto tre anni fa, e all'epoca, ben ricorderai quanti casi di xenofobia e razzismo popolavano i nostri quotidiani e tg. Quindi ti dirò: il testo nasce con questi pr

Alla scoperta del tè cinese ...

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L’imperatore Shénnóng ( 神農 ) durante i rituali e le preghiere era solito bere acqua sorgiva scaldata a fuoco vivo. Un giorno in quella tazza di acqua caddero delle foglie di Camelia, dando immediatamente all'acqua un sapore unico, seducente.  Forse così nacque il tè in Cina e al di là dei racconti leggendari è seriamente difficile risalire con certezza all'epoca storica in cui il tè è diventato una bevanda con un suo status culturale. "Nelle redazioni più antiche (III secolo d.C.) dello Shénnóng běncǎo jīng (神農本草經), trattato di medicina e di classificazione delle erbe attribuito al mitico Shénnóng, non compare alcun riferimento al tè, ma la prima classificazione del tè in questa opera compare solo nella redazione del VII secolo. Un riferimento al tè potrebbe comparire nella ode, tra le altre, n.35 dello Shī jīng (詩經),opera la cui redazione è iniziata presumibilmente prima del X secolo a.C. e la cui sistematizzazione è attribuita a Confucio (VI secolo a.C.). Tuttav

Il folle viaggio di Cosimo Raviello

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Domenica 14 luglio presso l’Eco Bistrot, pub-ristorante situato in via Lungomare Colombo 23-25 (Pastena) Salerno, è stato presentato dall’autore Cosimo Raviello, il libro appena pubblicato Il folle viaggio di Tobia. Come di consueto l’autore verrà stimolato dalle nostre domande.     Chi è Cosimo Raviello?   Un giovane nato nell'anno che dà il titolo a uno dei più famosi libri di George Orwell, che ha l'utopica ambizione di poter vivere un giorno dei suoi testi, in un paese in cui tutti scrivono e quasi nessuno legge.     Il protagonista è Tobia: un inetto moderno? Decisamente si. L'inettitudine di Tobia si può riscontrare in tutto ciò che fa. Nel suo rapporto con l'amore, con la vita, con le responsabilità e anche nel modo ossessivo col quale affronta  quesiti di cui ha ignorato l'esistenza fino a poco prima .   A tuo avviso l’atteggiamento pseudo-filosofico del protagonista presuppone una predisposizione? Se vogliamo parlare di predispo

Il sacrificio: il Sonno

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-Buongiorno.- dice lui, dopo parecchi giorni di continue desiderate violenze. Quella unica parola mi stronca. È la prima volta che udivo il suono della Sua voce, memore del dialogo-monologo avuto con Lui la notte prima. La Sua voce mi rinfresca l’anima in maniera a me sconosciuta. Lui apre lo sportello metallico e punta su di me quegli occhi color smeraldo. Posso vedere il Suo volto ora. È stranamente bello. I tratti sono marcati, compresi gli zigomi e la mascella. Ha i capelli corti e neri come la notte. Il volto è incorniciato da una barba leggermente incolta e le labbra non sono sottili ma nemmeno carnose. -Chi sei?- chiedo. -Non ti interessa.- -Cosa vuoi da me?- -Tutto.- Silenzio. Non rispondo. Da una parte temo ciò che vuole fare, dall’altra  non vedo l’ora che agisca. Lui deve aver percepito la scissione della mia mente. -E tu? Cosa vuoi da me?- -Liberami.- dico con voce bassa e poco convinta, tentando di ostacolare il mio cervello. -Io voglio te. Ti ho amm

Sacrificio: Albe Forzate

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Una lama di luce infrange la mia palpebra; mi sveglio anelando che gli ultimi ricordi fossero solo incubi di una mente contorta. Appena ripresa coscienza del mondo, capisco che tutto era reale, che la morte di cui mi sono ammalata, continua ad infettarmi e sento che la ferita dell’anima sta andando in suppurazione. Guardo la stanza con occhi diversi alla luce, che mi ha tolto quella fredda coperta sotto cui ho dormito.  Le pareti sono intervallate da cornici vuote e spezzate o da quadri strappati e sporchi. I soggetti dei pochi quadri visibili sono tutti femminili…e sofferenti. C’è n’è uno dove si vede una ragazza in una vasca piena di sangue, con gli occhi puntati verso l’osservatore. Occhi spenti e spogliati di ogni primordiale umanità. Trovavo in quegli occhi un po’ dei miei, ma speravo di non trovare nient’altro di me in quel quadro come negli altri. Il sangue mi si gela nelle vene. Più importante, noto dei graffi sulle pareti. D’istinto mi guardo le unghie e noto che sono tut

Il sacrificio

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I. Il Risveglio C’è uno strano odore di morte che incornicia la stanza, a sua volta cornice di un incubo strano. Mi sveglio tra dolori e sento le tempie pulsarmi di fuoco.C’è rumore bianco che mi assale le orecchie, poi sostituito dal silenzio. Non so dove sono, né come sono arrivata qui. Mi sento come una straniera in quest’altro mondo, così diverso da quello che conosco. I lividi sulle mie bracciate testimoniano la mia resistenza. La stanza è spoglia,vestita di un flebile velo d’ombra, che ricopre anche me. Fa freddo; un freddo secco che mi divora le ossa. Ho addosso solo una camicia da notte. È rotta e odora di sangue. È il mio sangue? Sono ferita? Dove? Come? Mi tasto il corpo in cerca di ferite. Ho dei graffi sulle braccia, ma la puzza di sangue non viene dal mio corpo. Intorno a me c’è uno strato viscido che copre il pavimento di legno. C’era davvero statala morte qui dentro. Gli occhi tentano di inumidirsi di lacrime, invano, e si limitano a bruciare di

Avanziamo Avanzando negli Avanzi

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 Domenica 23 giugno presso la caffetteria-pub-ristorante Eco Bistrot  è stato presentato il libro Avanzi   di Pippo Zarrella. Alla presentazione sono intervenuti , oltre l'autore anche  Gianluca De Martino - Coordinatore delle Rete dei Giovani di tutte le età per Salerno Valentina Spacagna - Critica letteraria di Mi dicono che  Gianni D'amato, Vincenzo  Triggiano e Anna Rapoli - lettori dei brani        1) Chi è Pippo Zarrella? Come chi è Pippo Zarrella? Sono io. Piacere. Sono un bipede appartenente alla razza degli umani (brutta cosa) che è ingabbiato in uno zoo da qualche anno. Sono amico per la pelle (o di squame) di  Flipper, un simpatico pesce rosso,  correttore di bozze e coautore non solo del libro AVANZI: storie straordinarie di ordinario disagio, ma  di tutti i racconti e le storie che vengono scritte e raccontate da me.       2)    Come è nata l'idea di creare questo libro di racconti? Volevo cristallizzare le vite di persone vive immerse nei